FORMAZIONE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE NELLE PROFESSIONI NON ORGANIZZATE

ISTRUZIONE

di Valentina Aprea

 

EXPOTRAINING, Fiera di Milano dell’Orientamento, della Formazione, del Lavoro e della Sicurezza intende nella sua Edizione 2024 esplorare e sostenere, accanto alle filiere tradizionali della Formazione e della occupabilità nelle Reti produttive territoriali del nostro Paese, anche i tanti professionisti che sono, potremmo dire, figli del nostro tempo.

Il lavoro nel XXI secolo sta subendo, infatti, una serie di trasformazioni significative rispetto al lavoro subordinato del passato. E’ utile qui richiamare alcuni dei principali cambiamenti, che includono sicuramente la flessibilità. Sempre più lavoratori, infatti, stanno optando per forme di lavoro più flessibili, come il lavoro autonomo, freelance o a tempo determinato. Questo offre loro maggiore controllo sulla propria carriera e sulle proprie ore di lavoro. Poi c’è la tecnologia. 

Il suo avvento ha cambiato radicalmente il modo in cui lavoriamo, consentendo la comunicazione e la collaborazione a distanza, automatizzando molte mansioni e creando nuove opportunità di lavoro nel settore tecnologico e digitale. Ora parliamo di Gig economy: sempre più persone stanno svolgendo lavori occasionali o saltuari tramite piattaforme online. Questo ha portato alla creazione di una nuova forma di lavoro non subordinato, caratterizzata da una maggiore autonomia e flessibilità. Infine, bisogna segnalare la crescita del settore dei servizi: con l'avanzamento della tecnologia e l'automatizzazione di molte attività manuali, il settore dei servizi sta crescendo, offrendo opportunità di lavoro in settori come la sanità, l'istruzione, il turismo e l'intrattenimento. Complessivamente, il lavoro nel XXI secolo è caratterizzato da una maggiore flessibilità, autonomia e possibilità di adattarsi alle esigenze e alle preferenze individuali dei lavoratori, rispetto al tradizionale lavoro subordinato del passato. Nel ‘900 era possibile cambiare luogo di lavoro ma non le mansioni da svolgere: le professionalità impegnate e richieste rimanevano le stesse per tutta la vita. Ci si poteva specializzare, migliorare, ma il lavoro quello era. Domani, anzi oggi, è già tutto diverso, e il cambiamento sarà ancora più radicale per chi non riuscirà a comprenderlo. Si stima che le nuove generazioni cambieranno dai 5 ai 7 lavori. Non cambieranno 5 luoghi o datori di lavoro. Si tratterà di professioni completamente diverse, molte delle quali non esistono ancora. Stanno nascendo settori o applicazioni come quella dell’intelligenza artificiale che richiedono conoscenze sempre nuove, e quindi la capacità di adattarsi e plasmarsi costantemente per assimilare nuove competenze, che necessitano di professionalità diverse, in grado di produrre e sviluppare innovazione continua. Ed è ormai un dato di fatto che man mano che il mercato lavorativo continuerà ad accogliere il digitale e l’online nasceranno nuove necessità e nuove possibilità di prestazione d’opera, che daranno vita a numerose e nuove professioni che faranno crescere velocemente le libere professioni non organizzate. Parliamo di professionisti non iscritti a Ordini, Albi o Collegi che svolgono attività non regolamentate ma che rappresentano nel nostro Paese il secondo pilastro delle professioni e comprendono i servizi alle imprese, alle persone e al benessere. Le organizzazioni di riferimento di queste professioni hanno codici deontologici a tutela dei consumatori, figurano nell’elenco del Ministero delle Imprese e del Made in Italy della Legge 4/2013 ma sono tuttora privi di un codice ATECO e ciò li esclude da tutta una serie di tutele e sistemi di welfare integrativi. Nell’edizione 2024 di EXPOTRAINING, Fiera di Milano dell’Orientamento, della Formazione, del Lavoro e della Sicurezza si è per questo scelto di dedicare approfondimenti relativi al tema strategico anche in riferimento ai professionisti non ordinistici della formazione e dello sviluppo delle competenze. Si è ormai consapevoli, infatti, del fatto che una crescita non solo numerica ma anche qualitativa di questo tipo di professioni è strettamente connessa con lo sviluppo delle competenze per garantire la qualità dei servizi offerti e per consentire ai professionisti di rimanere competitivi sul mercato del lavoro. Inoltre, l’aggiornamento delle competenze può favorire lo sviluppo professionale e personale del professionista e consentire di affrontare sfide e opportunità emergenti nel proprio settore. Insomma, innovazione e formazione sono per il libero professionista la leva della ripresa e rappresentano un investimento che il lavoratore autonomo normalmente sostiene da solo. In un Paese dove le professioni rappresentano una vasta area economica e sociale, dove la crisi non aiuta, e dove la competenza è il baluardo per affrontare le sfide del futuro, in particolare nelle società moderne e avanzate come quella italiana, servono incentivi dedicati alla formazione. La formazione è un asset strategico per lo sviluppo del Paese come anche il recente PNRR ha ben evidenziato. E’ necessario allora investire in conoscenza. Sembra per questo più che legittima la richiesta avanzata dagli associati di COLAP, rappresentati da Nicola Testa, di accedere al sistema dei fondi interprofessionali con la destinazione dello 0,30% di tali fondi all’interno dell’attuale versamento che oggi afferisce alla Gestione Separata. La proposta richiede l’accesso senza aggravio di costi, con una quota da destinare alla gestione dei fondi interprofessionali. Sarebbe una misura a costo zero per lo Stato che potrebbe così rimodulare la gestione dei contributi versati allocandoli in una nuova e più produttiva gestione in favore del sistema Paese. Un supporto che certamente non potrà sostituirsi all’autofinanziamento del professionista, ma che potrà essere un volano incentivante e uno stimolo alla crescita professionale che, in ogni caso, vive di competenza.