CAMBIAMENTO CLIMATICO, A RISCHIO LA “ZONA CREPUSCOLARE” DEGLI OCEANI

di Andrea Lepone

 

Entro la fine del secolo rischiamo di perdere il 20-40% delle forme di vita presenti nell'area mesopelagica.

Entro la fine del secolo il cambiamento climatico potrebbe ridurre drasticamente le forme di vita presenti nella cosiddetta “zona crepuscolare”(o mesopelagica) degli oceani: posta tra i 200 e i 1.000 metri di profondità e poco illuminata dai raggi solari, ospita lo stock ittico più grande e meno sfruttato del mondo. A lanciare l'allerta è uno studio pubblicato sulla rivista “Nature Communications” da un gruppo internazionale di ricerca guidato da Katherine A. Crichton dell'Università di Exeter, nel Regno Unito. Partendo dagli ultimi dati raccolti, i ricercatori hanno condotto delle simulazioni per valutare i possibili scenari futuri in caso di emissioni di anidride carbonica basse, medie e alte. 

I risultati dimostrano che, per colpa del cambiamento climatico, entro la fine del secolo rischiamo di perdere il 20-40% delle forme di vita presenti nella zona crepuscolare. In uno scenario in cui fossero presenti alte emissioni, la vita, in questa fascia degli oceani, potrebbe addirittura scomparire nell'arco di 150 anni, con effetti che potrebbero perdurare per millenni.