VERSO UN NUOVO MODELLO DI WELFARE: LA COMUNITÀ AL CENTRO. IL PNRR TRA I DUE GOVERNI AIUTA O COMPLICA IL PERCORSO?

di Giovanni Faverin, Patrizia Fasson, Daniela Volpato

 

In un recente saggio dal titolo “Partita doppia, le scelte della politica tra riforme ed emergenze, Marco Leonardi, a proposito di PNRR, offre una chiave di lettura realistica ed aggiornata di come il PNRR possa consentire un cambiamento strutturale nelle modalità di funzionamento della Pubblica amministrazione, con la possibilità di rilanciare la capacità di spesa in investimenti ordinari di un paese notoriamente non incline a seguire le buone regole della spesa stessa.

Sempre l’autore segnala, a proposito di PNRR, il delicato rapporto con le autonomie territoriali in relazione al ruolo dei Comuni e delle regioni che hanno competenze costituzionali nella gestione del piano. 

Viene da pensare, a proposito di Comunità, Coesione ed inclusione e Welfare, a quali modelli si stiano ristrutturando nei nostri territori per consentire una seria evoluzione dell’accessibilità e della partecipazione dei cittadini ai servizi e ai percorsi socio-sanitari 2.0. Nell'attuale panorama sociale, il tradizionale welfare state mostra segni di crisi ed è incapace di garantire servizi equi per tutti. Emerge da questo scenario il concetto di “Welfare Community”, una visione riformista che sposta il fulcro dalle istituzioni centralizzate alla valorizzazione delle comunità locali e delle autonomie private. Lo Stato, in questo ruolo, agisce come facilitatore anziché sovrano, incentivando l'attiva partecipazione dei cittadini e la tutela dei diritti sociali. Questo approccio collaborativo si estende oltre le funzioni pubbliche, impegnando soggetti privati e istituzionali in un dialogo aperto e flessibile. La pianificazione e la valutazione dei servizi non sono più monopolio dello Stato, ma diventano il risultato di un'orchestrazione condivisa, secondo i principi di sussidiarietà e solidarietà delineati dalla Costituzione. Questo implica un decentramento delle competenze e un impegno congiunto nel risolvere problemi sociali, culturali ed economici. Il terzo settore e il volontariato emergono come pilastri fondamentali in questo paesaggio ridefinito. Le organizzazioni di volontariato, adattandosi ai diversi territori, spesso si trovano a svolgere ruoli che prima erano appannaggio esclusivo dello Stato. Un’imprenditoria sociale e un volontariato ben strutturato e consapevole sono vitali per affrontare problemi sociali complessi e per stimolare il cambiamento organizzativo, istituzionale e legislativo. Il futuro del welfare richiederà sempre di più una condivisione di responsabilità e una rappresentanza attiva delle necessità dei cittadini, per perseguire l’obiettivo di costruire una società più giusta ed equa. Tornando al PNRR, alle risorse e alle promesse di semplificazione e miglioramento per i cittadini, sembra evidente che esista ancora scarsa capacità e volontà politica, da parte della classe dirigente, di sostituire l’autoreferenzialità e l’organizzazione gerarchica con nuove reti tra attori pubblici e privati per raggiungere obiettivi comuni e sviluppare un vero percorso di rinnovata organizzazione del Capitale Sociale. Il community welfare nei servizi di cura rappresenta un modello flessibile di assistenza che pone al centro il benessere della persona e la sua integrazione nel tessuto sociale. I servizi di cura possono evolversi solo con un forte coinvolgimento dei servizi territoriali e l'adozione di pratiche di assistenza coordinate e personalizzate, caratteristiche di un sistema integrato, che sappia combinare risorse sanitarie e sociali per rispondere in modo più efficace ai bisogni della popolazione. Gli enti locali giocano un ruolo cruciale nella risposta ai bisogni dei loro cittadini, essendo la prima linea di intervento. La loro conoscenza diretta del territorio consente di identificare specifiche esigenze sociali, economiche e sanitarie. Durante la pandemia, ad esempio, molti enti locali hanno dimostrato grande capacità di adattamento, riorganizzando i servizi per rispondere all'emergenza, sostenendo le fasce più vulnerabili e garantendo la continuità dell'assistenza. Un’azione strategica degli enti locali si può concretizzare nella loro capacità di coordinamento tra diversi livelli istituzionali e tra settore pubblico e privato, caratteristica fondamentale per creare una rete di welfare che sia effettiva ed efficiente. L'obiettivo è quello di creare sistemi di assistenza che siano non solo reattivi, ma anche preventivi, lavorando sulle cause socio-economiche che possono condurre a stati di bisogno. Il ruolo degli attori del territorio in una visione dinamica ed integrata è quello di agire come facilitatori di un welfare che sia il più possibile vicino alle persone, che risponda prontamente ai cambiamenti sociali e che promuova l'inclusione e il sostegno reciproco all'interno delle comunità.